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Teatro: Monica Guerritore torna in Umbria

Teatro: Monica Guerritore torna in Umbria

Atteso ritorno in Umbria per Monica Guerritore che porta il suo nuovo spettacolo Giovanna D’arco in tre dei teatri del circuito curato dal Teatro Stabile dell’Umbria. La prima tappa è prevista al teatro Verdi di Terni lunedì 12 e martedì 13 dicembre, sarà poi mercoledì 14 al teatro Comunale di Gubbio e lunedì 19 dicembre al Politeama Clarici di Foligno. Dopo il viaggio in tre tappe con Giancarlo Sepe - Madame Bovary, Carmen, La signora delle camelie - Monica Guerritore continua con questo spettacolo il percorso alla scoperta del mondo femminile. In veste di regista, oltre che di interprete, decide di scavare nella psicologia di Giovanna D’Arco, condannata a morte per eresia, arsa sul rogo nel 1431, proclamata santa nel 1920. Avvicinandosi a una figura così complessa a trascinante, l'attrice sceglie di esaltarne la "perfetta semplicità", la santità temporale, la cristianità carnale, il farsi "mezzo di libertà" per il suo popolo. Quella di Giovanna è la storia di una rivoluzionaria che paga con la vita la fedeltà alle idee, l’amore per il suo paese, la sincerità delle parole e delle azioni, la certezza dell’esistenza di Dio, la fiducia nella giustizia. Monica Guerritore rivive quel mistero luminoso e tragico, accostandosi al cuore della vocazione di Giovanna, alla sua chiamata dell’Anima che si fa azione attraverso lo spirito. Dimenticando l’immagine tramandata, Giovanna è viva attraverso gli Atti del Processo, visionaria e poetica nei versi di Maria Luisa Spaziani, diventa “la visibile intelligenza del divino”, incarnando nelle sue opere il mondo triplex che preconizza Giordano Bruno “Dio-Natura-Uomo”. Il De Immenso di Giordano Bruno che l’attrice inserisce all’interno dello spettacolo, sembra restituirci, non le Voci da lei udite, ma la Sua voce, che lei udiva “nel lato destro del giardino di suo padre” (come non pensare al lato destro della sua mente). E’ cosi che Giovanna rivive nella nostra epoca, compagna di ribellione e speranza del Che Guevara, di Jan Palach, accompagnata dalle immagini della cronaca di quel giovane cinese che a piazza Tien An Men ferma col suo corpo un carrarmato, dalle immagini di uomini e donne forti della forza che viene dall’istinto di libertà. I fotogrammi di Dreyer, così lontani, diventano presenti e giudicanti, il sogno di Marhin Luther King testimonia come si levino alte in ogni tempo le voci contro il Potere. La partitura musicale, di grande importanza, accosta nella massima libertà i Carmina burana di Orff, all’adagio per archi di Barber, i Queen a Tom Waits, creando quella risonanza emotiva che permette di accompagnare Giovanna alla sua morte senza rimanerne distanti.